
Noi abbiamo corso il Gran Raid per il Piccolo Rifugio
23 Maggio 2025San Donà – Un libro per bambini su Lucia Schiavinato

Libro per bambini su Lucia Schiavinato
“Lucia Schiavinato: le mani della speranza”: venerdì 23 maggio 2025 alle 17.30 nel giardino dell Piccolo Rifugio di San Donà presentazione del nuovo libro per bambini su Lucia Schiavinato.
Il libro, edito da Mazzanti Libri, è realizzato attraverso la collaborazione tra:
- Dipartimento di Salute Mentale dell’Ulss 4 Veneto Orientale
- Istituti Comprensivi “I.Nievo”, “R.Onor”, “L.Schiavinato”
- Its “V.Volterra”
- Fondazione Piccolo Rifugio
nell’ambito del progetto “Storie nella Storia” del Dipartimento Salute Mentale dell’Ulss 4.
In caso di pioggia la presentazione si terrà all’auditorium Lisa Davanzo all’interno del centro culturale Leonardo Da Vinci di San Donà di Piave.
Ecco un estratto dell’introduzione a “Lucia Schiavinato, le mani della speranza” scritto da Luigi Casagrande, presidente della Fondazione Piccolo Rifugio, e da Teresa D’Oria, presidente dell’Istituto secolare Volontarie della Carità.
Tra gli scritti di Lucia Schiavinato, raccolti nel libro “Perché vinca l’amore”, Lucia usa, con il linguaggio del suo tempo, la metafora della follia per descrivere l’amore che Dio ha per noi e quello che per amor Suo noi dovremmo avere per i fratelli.
“Amate fino alla follia il vostro Dio. Lo stesso amore si riverserà sui fratelli, perché si trasformerà nel purissimo amore di Cristo per gli uomini. Questo solo salva”. Senza follia non c’è amore per Dio, non c’è amore per i fratelli, follia è amore. (…)
E chi accoglieva Lucia nei Piccoli Rifugi? “Il Rifugio (…) luogo particolarissimo dove venivano ricoverati vecchi bisognosi, bambini abbandonati, vecchiette e handicappati gravissimi (tra i quarantacinque rifugiati di questo periodo i gravissimi con grandi problemi di ordine mentale sono 4.)”. Così si legge nella biografia di Lucia Schiavinato di Savio Teker “L’intensità di una vita”.
Lucia Schiavinato non ha rifiutato di accogliere nei Rifugi le persone che soffrivano di disturbi mentali, né li ha segregati, ma a tutti ha offerto una casa e una famiglia. Praticando concretamente quello che anni dopo dirà Franco Basaglia, il promotore in Italia della riforma psichiatrica del 1978 (approvata con la legge n. 180), che “La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia.” (…)
A nome dell’Istituto Secolare Volontarie della Carità e della Fondazione di culto e religione Piccolo Rifugio, i più sinceri ringraziamenti per aver scelto di dedicare a Lucia Schiavinato il terzo volume del Progetto “Storie nella storia”.
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“Storie nella storia”, un libro su Lucia Schiavinato – Presentazione del progetto a cura dei suoi promotori
La storia è fatta di storie e le storie sono fatte dalle persone. Il laboratorio “Storie nella storia. Raccontare e scrivere la storia”, promosso dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Ulss 4 Veneto Orientale, da alcuni anni si propone di sviluppare un’esperienza di scrittura condivisa, a partire dalla memoria dei luoghi che vivono quotidianamente le persone e dei personaggi della storia cittadina, per una sua restituzione alla comunità. Tra gli obiettivi del progetto: rendere la scrittura un’opportunità di confronto e di inclusione per rendere accessibile la storia, a partire da quella del territorio; favorire la dimensione espressiva dei partecipanti; valorizzare le persone quale risorsa e opportunità per conoscere e vivere il territorio, attraverso una condivisione nel gruppo e con le comunità locali, anche in un’ottica di confronto fra generazioni.
Negli anni, l’iniziativa ha portato alla realizzazione di due libri per bambini dedicati ad alcuni protagonisti della storia di San Donà di Piave: “Giannino Ancillotto. L’aquila che sconfisse i draghi” e “Silvio Trentin. L’uomo che guardava lontano”, quest’ultimo realizzato con la collaborazione del Centro Studi Trentin” di Venezia e del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale.
Quest’anno la figura individuata è Lucia Schiavinato, di cui ricorrono 125 anni dalla nascita, oltre ai 90 anni della fondazione del Piccolo Rifugio a San Donà di Piave.
A partire da un laboratorio di storia e scrittura creativa tenuto presso il Centro di Salute Mentale di San Donà di Piave e rivolto a un gruppo di pazienti, il progetto si è sviluppato anche quest’anno grazie alla preziosa collaborazione degli Istituti Comprensivi della Città, “I. Nievo”, “R. Onor”, “L. Schiavinato”, e dell’Ittc “V. Volterra”.
Importante è inoltre la collaborazione con la Fondazione Piccolo Rifugio che ha accolto i partecipanti al laboratorio nella sede di San Donà per una visita ai luoghi di Lucia, quali la casa, la Cappella dell’Adorazione, il giardino, il Piccolo Rifugio.
Altrettanto significativa è stata la disponibilità, di materiale fotografico e di archivio utile all’illustrazione e al racconto della storia.
Il progetto prevede infatti che, dopo il laboratorio svolto con i pazienti, sulla base del testo collettivo prodotto, i bambini delle classi aderenti realizzino le illustrazioni. Successivamente agli studenti dell’Ittc “V.Volterra” spetta il compito di impaginare il volume, componendo testo e immagini.
In un percorso in cui ognuno si è preso cura della creatività dell’altro, scompaiono quindi le differenze e resta al centro la persona, con le sue emozioni e la capacità di raccontare.

Alcuni ritratti di Lucia Schiavinato realizzati dai bambini delle scuole di San Donà: sono le basi delle illustrazioni del libro “Lucia Schiavinato: le mani della speranza”
Molte sono le suggestioni nate nel gruppo di pazienti dall’incontro con la figura di Lucia. Tra queste, la più significativa è la Speranza, che hanno scelto di valorizzare anche nel titolo, insieme alla capacità di tradurla in concretezza, cura e conforto. Da qui è derivato l’immaginario delle mani. Speranza quindi, ma anche tenacia, coraggio, capacità di ricostruire e di ripartire dopo le sfide difficili (come quelle delle due guerre che Lucia attraversò), sguardo e amore accogliente che sa vedere ciò che ognuno di buono può dare, a suo modo.
“Ho conosciuto il Piccolo Rifugio tanti anni fa – racconta la dott.ssa Anna Urbani, direttrice del Dipartimento di Salute Mentale dell’Ulss 4 -, appena arrivata a lavorare in Psichiatria e ho sempre colto un’atmosfera particolare, una specie di postura ferma e nello stesso tempo accogliente, rigorosa e nello stesso tempo affettuosa. Non ci si lascia andare, non ci si dispera, si fa tutto con quello che si è.
Anche il nome, Piccolo Rifugio, ha per me delle risonanze speciali: è un luogo dove ci si ripara, ci si sente protetti, dove si sosta prima di riprendere il cammino e dove, alla fine, si torna. Tanti o pochi che siano i ‘luoghi’ che nelle nostre vite hanno queste caratteristiche, sappiamo che servono per una vita di buona qualità.
Le parole della pittrice Frida Kahlo: ‘Io vedo orizzonti dove tu vedi confini’ mi hanno fatto pensare a Lucia e al suo modo di affrontare la vita e di aver cura delle persone, in particolare quelle con disabilità anche importanti. E mi pare che ci inviti a fare altrettanto: dove ci sono limiti vedere possibilità. Se ci pensate, è un altro modo di dire la speranza”.