
IO VOLO – Formazione per volontari con la disabilità
13 Aprile 2014
Giuseppina Caruso presidente della Fondazione Zaina Bernardi
13 Aprile 2014Lucia Schiavinato e papa Bergoglio, la stessa passione

Anticipiamo dal numero del nostro giornale Amore Vince di Pasqua 2014 una riflessione di don Antonio Guidolin a partire dalla lettera scritta da Lucia Schiavinato alle Volontarie delal Carità il 19 agosto 1965, poco più di un anno dopo aver portato le Volontarie in Brasile per iniziare una presenza di servizio di cui si sta festeggiando il cinquantesimo anniversario.
Sono anni che Lucia ha raccolto l’invito di Gesù: “Prendi il largo!”, dai Piccoli Rifugi, al recupero di chi viene dalla prostituzione, all’accoglienza delle ragazze madri. Ora è giunto il tempo di gettare le reti oltre oceano. Il Concilio Vaticano II le ha aperto orizzonti di una missionarietà ancor più ampia.
Nel gran mare del continente latino americano ecco il Brasile, e in esso tra le tante povertà, quella dei malati di lebbra, segnati, oltre che dal male, anche da un doloroso isolamento.
Questa dilatazione del cuore missionario di Lucia non è frutto di una sua ammirevole filantropia, ma di quell’ardente desiderio che Gesù possa raggiungere ogni più estrema periferia dell’esistenza. In Lucia brucia il fuoco del Vangelo.
Ben diversamente da come tante volte lo si appiattisce nella nostra percezione, il Vangelo non è il “regolamento” di un buon vivere, non è la raccolta di precetti, la cui osservanza ci assicurerà un premio oltre questa vita. Il Vangelo è ciò che il termine stesso ci indica: “la gioiosa notizia”. E’ la gioia di questa notizia che arde in cuore a Lucia, insieme all’assillo che venga fatta conoscere e diffusa ovunque, senza mai stancarsi.
Sono questi i sentimenti che emergono con forza dalla lettera alle Volontarie che Lucia scrive dopo un anno in Brasile. E’ 19 agosto 1965; di lì a pochi giorni farà rientro in Italia. Ma Lucia si sente mamma… “e sapete come sono le mamme- confessa – ho bisogno di scrivervi un’altra volta da qui”.
La casa è vicina al mare, “e il rumore dell’acqua che batte sulla spiaggia è a tre o quattro metri e mi accompagna”. Forse proprio quello sciabordio l’avrà fatta pensare pensare a quel lago di Galilea dove Gesù, mosso da compassione per una folla senza pastore, annunciava la gioiosa notizia della bontà di Dio per ogni uomo.
E’ proprio questa bontà di Dio che arde in cuore a Lucia, e non può trattenersi dal dirlo. “Figliole mie, -scrive – come è buono il Signore! Ciascuna di voi certo, chissà quante volte al giorno lo dice a sé e agli altri: perché ciascuna di voi ha la sua storia d’amore, da custodire nel segreto del suo cuore e da trasformare in esperienza per i fratelli”.
Una storia d’amore con il Signore non è però affare privato. Se nella tua vita scopri chi è Colui che ti ama e quanto ti ama, diventi come la donna samaritana, che molla la brocca al pozzo e corre in città ad annunciare d’aver incontro il Messia.
“Sì, figliole mie – continua Lucia – parlate molto dell’amore di Dio. Ciascuna con la sua esperienza intima, che è unica al mondo, perché Dio è divina infinita novità in ciascuna anima e non si ripete mai; e con l’esperienza della infinita misericordia su voi e sulle creature che vi mette in mano, parlate di Lui, parlate di Lui!”.
Mentre Lucia scrive, a Buenos Aires un giovane gesuita, non ancora trentenne, immerso nella vita della sua nazione, appassionato della letteratura che insegna nel collegio della Compagnia di Gesù, sogna d’ andare missionario in Giappone. Non gli sarà possibile per motivi di salute, ma cinquant’anni dopo il gesuita, diventato papa dalla “fine del mondo”, ricorderà : “La cosa che mi aveva dato la forza di diventare gesuita era la prospettiva delle missioni: andare lontano e annunciare Gesù Cristo, e non rimanere chiuso nelle nostre strutture, molto spesso antiquate. Era questo a spingermi”.
Nel giovane Jorge Mario Bergoglio troviamo la stessa passione di Lucia Schiavinato. Come non immaginare che questa donna avrebbe sottoscritto ogni parola della “Evangelii Gaudium” di papa Francesco.
In particolare, nella sua lettera del 1965 Lucia ricorda alle sue Volontarie che a parlare di Gesù non si ripeteranno mai, “perché lo Spirito Santo rinnova tutta la terra (…) ogni parola sarà nuova perché viene da Lui, e non sarà mai stata sentita prima(…) perché il divino afflato dello Spirito di amore porta con sé grazie sempre nuova e feconda”
Così Papa Francesco a sua volta scrive: “Un annuncio rinnovato offre ai credenti, anche tiepidi e non praticanti, una nuova gioia della fede e una fecondità evangelizzatrice. In realtà il suo centro è sempre lo stesso: il Dio che ha manifestato il suo immenso amore in Cristo morto e Risorto (…) Cristo è sempre giovane e fonte di continua novità (…) Cristo può rompere gli schemi noiosi nei quali pretendiamo di imprigionarlo e ci sorprende con la sua costante creatività divina (…) Ogni autentica azione evangelizzatrice è sempre nuova”.
E’ questo il segreto di Lucia e di tanti testimoni della fede: sempre nuovi e creativi, perché appassionati di un Dio sempre nuovo e creativo.
Don Antonio Guidolin